La Villa di San Martino

Entusiasmato dalla bellezza della campagna di San Martino, Napoleone vi comprò una casa e fu certamente il suo luogo favorito, il ritiro prescelto, più amato dall'Imperatore ...


La Villa di San Martino è Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche dell'Isola d'Elba, assieme alla Villa dei Mulini.

La Villa di San Martino è situata in un luogo molto ameno dominante una vallata a circa 5 chilometri da Portoferraio. Napoleone, vista quella vallata ricca di boschi, di vigneti e di acque potabili, si sentì attratto invincibilmente dalla dolcezza del luogo e si propose di acquistare una casetta così ben collocata che sembrava offrire un asilo di pace e di tranquillità. In realtà, come ammise lo stesso Napoleone a Sant'Elena, la casa fu acquistata dalla famiglia Manganaro con la vigna e i boschi che le facevano corona con i soldi della generosa sorella Paolina.

A San Martino, non esisteva allora che una casa quasi rovinata, abitata dal fattore, e un magazzino assai vasto per conservare i vini. Questo magazzino fu convertito sotto la direzione dell'Imperatore in una casa di abitazione nel cui progetto dispose che non avesse nulla da invidiare per comodità e finiture all'edilizia più qualificata della lontana Parigi.

La casa si componeva di due piani divisi l'un con l'altro ma in realtà si trovavano entrambi al livello del terreno. Il piano inferiore, destinato ai servizi, aveva l'ingresso dalla terrazza che Napoleone aveva fatto costruire davanti alla casa davanti alla quale c'era un piccolo giardino tenuto con particolare cura e ombreggiato da un "micocoulier" (un bagolaro). Nel bagno, con le pareti dipinte a fresco, sopra la vasca di marmo fece dipingere La Verità e vi dettò il motto "Qui odit veritatem, odit lucem".

Una scala esterna portava ai piani superiori costituito dalle camere dei dignitari francesi da una parte e dal piccolo appartamento del sovrano con annessa la bibioteca. Al centro le due sale di rappresentanza: la spaziosa sala da pranzo, la cosidetta Sala Egizia e la sala nel Nodo d'Amore. L'Imperatore desiderando ricordare la Campagna d'Egitto fece dipingere dal pittore Rovelli decorazioni e immagini d'ambiente alle pareti e un allusivo grande zodiaco al soffitto. nell'altra sala fece dipingere sul soffitto due colombi che tengono nel becco le estremità di un nastro e, allontanandosi in volo, lo stringono. Un segno d'affetto verso la moglie Luisa.

L'Imperatore prediligeva a San Martino una passeggiata particolare: un viale conduceva ad una sorgente d'acqua presso la quale, sopra un sedile di marmo, si poneva a studiare per molte ore al giorno e vi riceveva alcune persone per colloquiare.

Dopo i Cento Giorni la villa rimase in stato di abbandono per molti anni e subì numerosi passaggi di proprietà finchè non fu acquistata dal principe russo Anatolio Demidoff, marito per alcuni anni della nipote di Napoleone Matilde Bonaparte. Demidoff, personaggio di rilievo della cultura fiorentina, si profuse nell'arricchimento della villa affidando all'architetto Niccolò Matas, autore della facciata della Chiesa di Santa Croce a Firenze, la realizzazione di un grande museo che doveva raccogliere i cimeli dell'Iperatore. Nasce così la Galleria Demidoff, che si sviluppa alla base del terrapieno che sostiene la villa, un edificio in stile neoclassico decorata da coppie di colonne di granito. Il museo venne inaugurato nel 1859 e oltre a "reliquie" dell'Imperatore e della sua famiglia vi erano raccolti statue, quadri, stampe, oggetti d'arte tra i quali opere di Canova, Chaudet, Gérard, Vernet, Bellangé, Morelli, Grenier ed altri. Dopo la morte del Principe, il nipote Paolo fece disperdere gran parte della collezione. Oggi possiamo ammirare all'ingresso la statua della Galatea di Antonio Canova, che pare si fosse ispirato alle fattezze della bella Paolina Bonaparte, e stampe del periodo di Napoleone provenienti da varie collezioni private.

Dal 1930 la villa, dopo essere appartenuta alla famiglia Pullè e poi in parte al Conte Bernardo Barbiellini Amidei, divenne proprietà dello Stato Italiano.

Anche gli esterni hanno subito le modifiche nel tempo. Il viale di accesso, un tempo persorso da gelsi, venne ampliato e lo spazio antistante la villa seguì una sistemazione ad aiuole all'italiana. Vennero poi realizzate strutture come la serra e la voliera all'inizi del '900.