Spionaggio e politica sottile

"Ti ha ciascun messo in disparte, false ormai son le tue carte, sei fallito, Bonaparte"


Fallito o no (come appare in queste rime ritrovate nell'Archivio dei Conti Albergotti), c'erano però molti che giuravano ancora nel suo nome e la polizia teneva d'occhio questi e più oculatamente quelli che tornavano dall'Elba, dove si sapeva o si sospettava che avessero accostato Napoleone ed è per questo che vi era uno spionaggio molto ben organizzato attorno alla sua persona e nelle città e nei paesi del litorale.

Il Governatore di Livorno aveva anche un suo fiduciario nell'isola che forniva informazioni per il prezzo che gli venivano pagate.

Di Napoleone si sorvegliava la corrispondenza e pare che da Portoferraio venisse ogni settimana e anche più spesso verso Livorno una barchetta che si fermava sul litorale presso la macchia di Montenero, dove a persona ignota venivano consegnate lettere dell'Imperatore dirette a Roma. Ma non sembra che queste famose lettere venissero sequestrate o che se ne conoscesse il contenuto.
Probabilmente la notizia faceva parte di tutto quel cumulo di leggende che si addensavano sulla persona dell'Imperatore e sui suoi oscuri disegni: non che Napoleone non corrispondesse con persone del continente, con Murat, con il cardinale Fesch, col fratello Luciano, ma non adoperava - è facile capirlo - mezzi così puerili, né i suoi emissari erano tanto ingenui da farsi scoprire.

Da un lato il "Bonaparte" che organizza i tempi per il suo rientro in Francia e dall'altro lato Metternich che con i rappresentanti dei firmatari del trattato di Parigi ha ormai sempre più stretto intorno a Napoleone "un cordone sanitario" destinato, nel suo pensiero, a paralizzarne ogni movimento.
In particolare l'Imperatore d'Austria è consenziente a questa politica, deciso a farla finita col suo imperiale genero, il quale rappresenta per lui un pericolo troppo inquietante, e sta allontanando con arti prive di ogni scrupolo la figlia Maria Luisa dai suoi più elementari doveri coniugali.

Figurarsi se può permettere che le relazioni epistolari possono riprendere fra i due coniugi e di cui in più di un'occasione Napoleone nota e fa notare la censura che gli viene imposta tanto da spingerlo a rivolgersi personalmente al Granduca di Toscana, perché si facesse intermediario presso l'Imperatore d'Austria, suo fratello, al proprio desiderio di corrispondere con la moglie.
Granduca che diplomaticamente riuscì a non compromettersi con Napoleone ma senza scontentarlo del tutto visto che con quel "diavolo" d'uomo le precauzioni non erano mai troppe : "... di non disobbligare con una negativa assoluta, e di non impegnarsi nel tempo stesso in una troppa corrispondenza ..".

L'Imperatore fu certamente informato dei sistemi che il Governo toscano intendeva adoperare per assolvere il suo ufficio d'intermediario e rinunziò a servirsi di questo tramite. Metternich aumentò la vigilanza; il Governo toscano intensificò lo spionaggio seguendo in particolare quello messo in opera dal colonnello Conte de Neuville e sempre più si fa strada che certe comunicazioni, nel frattempo intraprese da Napoleone con i Barbareschi, altro non abbiano se non lo scopo di far sottoporre l'Elba ad una contumacia universale e che profittando di questo stato di segregazione si preparino delle macchine, che appoggiate per l'esecuzione alle forze africane, verrebbero poi inaspettatamente a scoppiare in qualche punto del continente.

Il Governo di Toscana, giacché le Potenze gli hanno fatto questo bel regalo di mandargli Napoleone così vicino, a turbare i sonni di tutti quanti, cerca di adoperarsi nella maniera migliore perché le Potenze si decidano a rimediare spedendo Napoleone il più lontano possibile facendo capire quanto l'allontanamento del Bonaparte possa essere utile alla pace di tutti e nello stesso tempo chiedendo al Congresso il ritorno degli Stati di Lucca, l'annessione degli Stati limitrofi e la riunione del principato di Piombino e dell'isola d'Elba. E a questo era sensibile Metternich che rispondeva al ministro toscano Corsini : "... State tranquilli, noi faremo tutti gli sforzi immaginabili al fine di snidare Napoleone da quest'isola per renderla alla Toscana ...". E in questo clima di allontanare Napoleone dall'isola d'Elba non parlava Luigi XVIII dell' "eccellente idea delle Azzorre" che aveva avuto anche l'approvazione di Castlereagh? E non scriveva Talleyrand da Vienna al re Borbone?: "Bisogna affrettarsi a sbarazzarsi dell'uomo, dell'isola d'Elba e di Murat".